lunedì 28 febbraio 2011


μικης μαντακας

L’Egeo fugherà le ombre invernali
e la primavera sboccerà nella tua bocca.
Umida e nera non sarà più la terra,
così come il piombo non colerà più dalle tue guance.

Ascolteremo insieme quelle musiche antiche
e con i nostri fratelli alzeremo le braccia al sole.
I denti brilleranno sui nostri visi,
e non avremo più fame o cose da dire.

Soltanto il vento conoscerà le nostre parole,
i nostro occhi non ricorderanno più il sonno
mentre la sera si congiungerà con l’aurora
e mai più sarà notte.

Luca Mancinotti

martedì 8 febbraio 2011

Kimera



Anno 2001. Il talentuoso Filippo Barbacane inizia a mettersi in mostra. Parte da un motore Moto Guzzi 1100e vi ci realizza attorno una moto completa. Attratto dalle prime realizzazioni della coppia "Ghezzi & Brian", decide di ispirarsi a loro (che forniscono il telaio) nella realizzazione del suo "mostro". Trovano spazio soluzioni inedite come il freno anteriore perimetrale, lo scarico sotto al telaio, l'ammortizzatore posteriore montato quasi orizzontalmente, ed il codino cortissimo che lascia in bella vista il grosso cerchio posteriore.

domenica 30 gennaio 2011

Cosa bolle in pentola?



Due fotografie rubate nel corso di un convegno a Montecarlo. Due progetti Moto Guzzi di cui si è parlato molto recentemente, ma di cui nessuno conosceva i dettagli, seppure estetici. Ecco signori in anteprima assoluta, grazie a queste foto spia, la California 1.400 cc e la V7 Scrambler. Quest'ultima ha per base telaio e propulsore della recente serie V7 Classic con motore Tonti da 749 cc e mostra, oltre ad una divertente livrea, quelle caratteristiche che fecero battere i cuori di tanti ragazzi degli anni '60. Ricordiamo ai poco informati che le potenzialità di questo motore a testa piatta possono lasciare davvero molto sorpresi, grazie a pochi interventi alla portata di qualsiasi cacciavite... Attendiamo adesso qualcosa che possa farci battere veramente il cuore, qualcosa che risvegli dal torpore gli istinti dei molti guzzisti sportivi.

mercoledì 26 gennaio 2011

V7 Special by FAST DREAMS





Il Bike Expò 2011 ha mostrato chiaramente che la voglia di “special” si sta diffondendo sempre di più nella penisola, riguardando ogni tipo di moto.
Tra i vari “bike show” abbiamo scovato questa Moto Guzzi che ha colpito subito la nostra fantasia.
Verniciata interamente in rosso come la passione, si tratta di una V7 Special del 1974 ex Polizia di Stato, smontata e ricostruita completamente.
Il telaio ha subito una generale opera di “moding”. E' stato poi rinforzato nella parte posteriore, con l'aggiunta di due ammortizzatori Marzocchi da 340 mm ed una forcella proveniente da una Harley Davidson, con steli da 41 mm. La piastra della forcella è stata realizzata direttamente in casa, così come le sovrastrutture (serbatoio e codone) ed altre parti.
La parte più interessante riguarda, però, il motore che ha subito: lavorazione delle testate, montaggio di un diverso albero a cammes, modifica della distribuzione, alleggerimento del volano, montaggio di due carburatori Dell'Orto da 32 mm ed altri piccoli interventi.
Ci dicono che, al banco, la moto sviluppi 72 cv a 4000 giri/m.
Tralasciando i freddi numeri e l'elenco dei lavori effettuati, non si può che ammirare simile lavoro. Complimenti a Marco Cassiolari della FAST DREAMS – Motorbike di Verona!

mercoledì 19 gennaio 2011

V7 Racer




A Mandello del Lario avevano avuto l'intuizione: costruire una “special” curata fin nei minimi particolari, sul modello di maggior successo in termini di vendite: la V7. Ne era nato un prototipo che era stato presentato all'Eicma 2009. Tuttavia, della sua eventuale commercializzazione nulla si sapeva. Era solo trapelato che la messa in produzione veniva legata alla prenotazione dei concessionari.
Ma l'attenzione suscitata era troppa, per far finta di nulla. Così, dopo circa un anno, la V7 Racer arriva nelle più prestigiose vetrine, in tiratura limitata (circa 500 esemplari, con tanto di targhetta identificativa).
Partiamo dall'estetica. Abbondanza di alluminio, cromature e parti verniciate in rosso metallizzato. Il tutto armonizzato in maniera così sapiente, da far pensare ad un perfetto restyling di un vecchio modello. Le finiture sono eccelse, così come la cura dei particolari. Unico appunto lo si può muovere a frecce e fanale posteriore che, per una moto di simil livello, dovrebbero essere di qualità nettamente superiore.
A livello tecnico, invece, rispetto al modello di serie cambia molto poco, se si eccettuano le pedaline in alluminio ricavato dal pieno leggermente arretrate, gli ammortizzatori posteriori Bitubo con serbatoio separato e gli scarichi Arrow omologati (...per chi compra il kit...).
Il motore è l'arcinoto bicilindrico a V di 750 cc, con distribuzione ad aste e bilancieri della serie “piccola”. La sue caratteristiche principali risiedono nella compattezza del blocco motore, nei ridotti consumi (con una media di 20 km/l) e nella linearità di erogazione. Non si tratta di un motore brutale, come i due valvole di grossa cilindrata della Moto Guzzi. E' molto dolce, pur facendo sentire il carattere tipico dei motori lariani.
Sensazione che viene confermata fin dalla prima presa di contatto. Già al minimo gira in maniera regolare e senza eccessivi scuotimenti, ma per ottenere il rendimento ottimale ha bisogno di essere scaldato bene prima di rispondere senza alcun tentennamento agli ordini del pilota.
Ripetiamo che si tratta di un motore “amico”, che non mette per nulla in soggezione, così come il resto della moto.
La “Racer”, al pari delle sorelle, pesa poco (poco più di 170 kg), è bassa ed ha un'ottima distribuzione dei pesi. Da fermo si sposta come se fosse un “cinquantino”......
In sella, la posizione di guida è distesa in avanti, ma non troppo caricata, rispetto alla “Cafè”, offre immediatamente la sensazione di avere tra le mani una moto sportiva dal piglio retrò.
Vien voglia di partire a gas spalancato in folli corse attorno a qualche pub.
Per farlo, bisogna scaldare bene il bicilindrico raffreddato ad aria.
Si deve camminare un poco con la moto ad andatura da codice cittadino. Poi, piano piano, ci si accorge che si può forzare e la “Racer” esprime la sua vera anima. Un'anima non ribelle e brutale, ma decisa a fronte di una potenza non elevata (circa 50 cavalli).
La spinta è energica, fin dai regimi più bassi, anche se il range di utilizzo ideale è tra i 2.500 ed i 5.500 giri/m, ove il quale il “settemmezzo” Guzzi sfodera il meglio di se. La coppia disponibile è tanta e le vibrazioni sono contenute.
Sebbene l'aspetto sia sportivo, la “Racer” va guidata di fino, con traiettorie morbide e rotonde. Non occorre attaccarsi ai freni in prossimità delle curve. Basta rallentare, anticipando un pochino l'ingresso in curva, e tenere la moto “in tiro” con il gas puntato. Il telaio e l'ottimo bilanciamento generale fanno il resto. Poi, quando si riapre il gas, il “piccolo” bicilindrico di Mandello fa valere la sua verve. Fintanto che viene guidata il questo modo, la V7 risponde in maniera egregia agli ordini del pilota, assecondata anche dagli ottimi pneumatici Pirelli Sport Demon. Se, al contrario, si adotta uno stile aggressivo, cercando la staccata o l'ingresso in curva all'ultimo secondo, la Guzzi cambia radicalmente il proprio comportamento. Da moto facile e divertente, sulla quale è praticamente assente l'effetto del cardano, diventa ostica. Il telaio non offre più la confidenza necessaria e le reazioni diventano imprevedibili.
Se le lodi sono state tessute in favore del bicilindrico, non di meno si può dire della ciclistica. La forcella sembra lavorare bene in ogni situazione e sembra tarata più che bene. Discorso analogo va fatto per gli ammortizzatori Bitubo a gas, che permettono alla “Racer” di “sedersi” molto meno in accelerazione rispetto alla Cafè. Ciò a vantaggio di un equilibrio generale.
Volendo fare proprio qualche piccolo appunto, non ci sono piaciute le reazioni della forcella in alcune condizioni. Nelle frenate più decise non trasmette il “feeling” necessario non permettendo al pilota di capire quando si è al limite. Mentre nelle curve affrontate in accelerazione ci è sembrata poco frenata in estensione. Ma si tratta di sottigliezze.
Da ultimo il capitolo freni. Seppur la scelta di adottare un singolo disco anteriore, anche se di grosso diametro (320 mm), possa far storcere il naso, a noi è sembrata quanto mai azzeccata. La modulabilità è molta, ed anche dopo un intenso uso l'impianto frenante non mostra segni di cedimento con problemi di “fading”. Tale soluzione, inoltre, ha permesso di avere sulla V7 una frenata non aggressiva, evitando problemi di bloccaggio della ruota.
In definitiva: perchè comprare la V7 Racer ?
Perchè è bella. Perchè è divertente. Perchè è molto più rifinita rispetto alla “Cafè”. Perchè è facile da guidare. Perchè è una Moto Guzzi.

http://www.youtube.com/watch?v=-HHLMBEu1P0&playnext=1&list=PL67D635B6A8E0261C&index=21

martedì 11 gennaio 2011

Aquile in strada - 2002


La Moto Guzzi ha da non molto presentato la nuova V11 (nelle versioni Rosso Mandello e Scura), la Le Mans (versione semi-carenata della V11) e le California in versioni economicamente più accessibili ( Stone ed Alluminium).
Ivano Beggio è alla guida dell'azienda e propone il grande rilancio.
Grande rilancio che passa attraverso l'idea di avere tra i propri collaboratori tale Carlo Talamo, artefice del rilancio di marchi storici come Harley Davidson e Triumph.
Ed è proprio Carlo Talamo che funge da "Deus ex machina" per le pubblicità.

lunedì 1 novembre 2010

Facciamoci una bevuta! Serbatoi Moto Guzzi....
















Ecco....il serbatoio....
Ci permette spesso di inquadrare la moto, suggerendoci se è la nostra "amata" oppure no. Rappresenta il primo impatto. Poi viene il resto. Se il serbatoio piace siamo a buon punto.
Allora godiamoci questi di alcune Moto Guzzi dei bei tempi che furono.